3.5.04

c'era una volta un re che disse alla sua serva: semiosi illimitata. (?)

Il film si apre con una nota. Bianco su nero, si legge “tratto dal libro ‘titolo del libro’ ”. Il film parla di uno sceneggiatore che deve adattare un libro per un film. Il libro si chiama “titolo del libro”. Alla fine, la vita dello sceneggiatore finisce nella sceneggiatura che sta scrivendo, e inizia a scrivere di uno sceneggiatore che deve adattare un libro. Uno sceneggiatore che deve adattare un libro e per adattarlo comincia a scrivere una sceneggiatura su uno sceneggiatore che deve adattare un libro. In un film tratto da un libro con lo stesso titolo del libro che lo sceneggiatore deve adattare. E in cui succede la stessa cosa: nella sceneggiatura del film che stiamo guardando (che appunto ci dicono essere tratto dal libro “titolo del libro”) uno sceneggiatore deve scrivere una sceneggiatura per adattare un libro. Quindi in teoria lo sceneggiatore che ha scritto il film che stiamo guardano sta facendo/ha fatto la stessa cosa dello sceneggiatore protagonista del film: sta scrivendo/ha scritto una sceneggiatura su uno sceneggiatore che deve adattare un libro. Nel frattempo il fratello dello sceneggiatore, gemello, si inserisce nella storia, e quindi anche nella sceneggiatura scritta da lui, e quindi anche in quella del film che stiamo guardando. Giusto per rimanere semplici, anche il fratellogemello si mette a fare lo sceneggiatore, in parallelo al lavoro del fratello, che poi aiuta a finire. Il film, il nostro, quello che noi stiamo guardando, nel frattempo continua, e finisce, e si chiude con una citazione da una sceneggiatura (sempre bianco su nero) che ha lo stesso titolo della sceneggiatura che sta scrivendo il fratellogemello poco prima della fine del film. Non contenti, subito dopo vediamo una dedica, appunto, al fratellogemello. La sceneggiatura che lo sceneggiatore del film che stiamo guardando sta scrivendo/ha scritto si chiude nello stesso momento in cui si chiude la sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore protagonista del film che stiamo guardando e della sceneggiatura che lui stesso sta scrivendo. Credo.

Era “il ladro di orchidee”. Di Spike Jonze.

Era dai sei personaggi in cerca d'autore che non mi divertivo così :)
Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare gli schemini di Greymas, ma l'analfabetismo di ritorno è un male incurabile.
Ho barattato cinque anni di università con utilissime nozioni su:
-come si scrive un titolo
-quant'è difficile essere creativi in italia considerando la crisi economica e l'evidente lobotomia delle classi marketing dirigenti che si formano nelle elitarissime scuole economiche italiane (vedi bocconi- un nome un destino e simili)
-come riconoscere un film fuori synch*(specifiche vedere il prossimo post)
-come si risponde al prossimo in pubblicità (capitoli "interazione con l'account", "gestire lo speaker" e "condividere le opinioni del cliente specie in sala di registrazione")
-una serie di nomi, cognomi, e sigle
-la possibilità di dire "sto girando uno spot"
-altre cose che ora non mi sovvengono.
beh c'è che dire che tra la fighezza postmoderna del massmediologo e dei suoi termini feticcio e i termini feticcio dei pubblicitari più tutto il patinume possibile e immaginabile che ciò comporta, mi sa che non ci avrei comunque guadagnato in nessun caso ^_^

“Tu e io condividiamo lo stesso DNA. C’è qualcosa di più triste?” [il protagonista al fratellogemello in un momento del film succitato]

"le idee verdi senza colore dormono furiosamente."[U. Eco]

ps: la bassa comprensibilità delle cose che mi vengono in mente ogni giorno mi spinge a interrogarmi sempre più spesso, e a rispondermi che se da quando ho 12 anni mi lamento che nessuno mi capisce, è probabile che sia per colpa del fatto che parlo sempre di cose di per loro incomprensibili e per lo più inutili, oltre che di scarso interesse per gran parte dell'umanità. ma questo è un problema che si risolve con l'eremitaggio, sospetto. c'è da dire che non sono sola. anche tiziano ferro pensava a quanto è inutile farneticare...

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