inizia che come sempre devi assemblare qualcosa.
perché è tutta una storia di cose da assemblare.
inizia e continua così. assemblamenti. roba da sistemare. persone e avvenimenti da pinzare assieme. righe di testo e scadenze da inchiodare. telefonate da martellarsi per bene a muro. per non dimenticare, e per dire o poter dire alla fine "oooh, azz, l'ho fatto." e pare facile. anzi, te lo dicono pure. è facilissimo. poi ti capita che le istruzioni sono incomprensibili. nel migliore dei casi (puoi guardare le figure). nel più frequente dei casi, invece, le istruzioni non ci sono, te le devi inventare, o le hanno dimenticate (naturalmente il call center di assistenza come se non ci fosse- anzi non c'è). e quella che doveva essere una semplice sequenza di azioni e operazioni per raggiungere un risultato diventa una sequenza eterna di rimandi e dimenticanze e poi lo faccio, e "domani", e "as soon as possible". e ti trovi che hai assemblato solo colossali ritardi, con tutta questa gente incazzata che ti insegue reclamando la sua priorità: telefonate, cene, bodycopy, sms, email, contatti, frasi. cominci a sospettare il peggio.
poi un giorno, con una scatola sul pavimento, piena di pezzi di legno di betulla grezza, inizi a tirare fuori i chiodini e le viti e i cacciaviti dai sacchetti di plastica chiusi termicamente. milioni, miliardi, ultrafantastilioni di chiodini e viti e ti chiedi: "ma chi lo sapeva che nel mondo c'era tutto questo metallo?" e "ma io dormirò sopra tutto questo ferro?" e "ma quanto metallo c'è nel mondo?"...
però intanto il letto è montato, e dicevano che era difficilissimo.
il resto, invece, continua ad essere una nube provvisorissima di pezzi, che poi cominci anche a confonderli tra loro.
se fossi un mobile ikea sarei kimme. senza istruzioni, ma soprattutto fucsia. una che ti risolve i salotti, insomma :]
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