2.3.04

[intervallo:pecore:paesaggi:periferie]

[i cacchio di commenti non funzionano quasi mai.
se li invia subito, poi non li visualizza, se li visualizza a volte li visualizza male e nemmeno tutti.
appena posso cambio fornitori di commenti.]

[per chi lo volesse sapere, "soffocare" è un libro spettacolone. mi piacciono i libri che quando li leggo continuo a sorridere, e a fare orecchie sugli angoli, e a dire "miiiiinchiaaaaaa". e ogni frase te la vorresti ricordare a memoria. da grande voglio scrivere così.]

[una volta, c'era una ragazza di sedici anni sdraiata sul divano di casa del suo all'epoca ragazzo. i due stavano guardando la videocassetta del concerto di wembley dei queen (era stata lei a proporlo. li ascoltava quando aveva 12 anni e le era venuto un attacco di amarcord, come dopo sarebbe successo sempre più spesso). lui, maglioncino grigiomorto e camicia di flanella a quadretti che si affaccia dal colletto, ancorata dentro un paio di jeans energy comprati nell'unico negozio all'avanguardia della città. lei, i soliti pantaloni enormi, cuciti sotto un maglione enorme, su anfibi con un numero sotto così piccolo che quasi non ci credi che li vendono anche di quella misura. o magari sono anfibi fisher price. ahah, bella battuta. ma torniamo al divano. (ah, se mi piacerebbe in questo momento divagare sul divano -divanare- in quanto luogo topico dell'esistenza umana. divano come concentratore di energie e di avvenimenti. riflettere, prego, un attimo, su quante cose fondamentali della propria esistenza sono accadute su un divano. per quanto riguarda la mia, e quella della ragazza di cui sopra, si tratta di un sacco di cose. peccato che non posso divanare come vorrei, adesso.) i due erano rapiti da questa vhs e da questo concerto oceanico, con questa specie di animale da palcoscenico assatanato che cantava. lui, ammirato, osservava: "ci pensi come sarebbe bello essere là al concerto?" e lei, con nochalance, e tono da "come fai a non capirlo", rispondeva "no. come sarebbe bello essere là sul palco." in quel momento lui smetteva di respirare per un attimo, e subitodopo diceva "cazzo, è vero. non ci avevo mai pensato." sono tanti i momenti in cui si rivelano le differenze abissali tra le persone, e senza cadere in metafore del tipo "era evidente che alcuni tipi di persone nascono per stare sotto un palco e altri per starci sopra", basta dire che lei in quel momento si rendeva conto che la persona con cui stava dividendo il divano probabilmente non era l'uomo della sua vita. e infatti i posteri, i poster e i postumi le hanno dato ragione. la stessa ragazza, cioè non la stessa, diciamo una versione invecchiata di quasi dieci anni, e quindi praticamente irriconoscibile, ma sempre con scarpe troppo piccole per non generare ilarità e tuttavia pantaloni molto più stretti, mezza giornata fa guardava uno speciale sui queen, e su "love of my life" un'unghia le si portava meccanicamente alla bocca, ricordandole tantissime cose, in modo vieppiù imbarazzante. poi prendeva il cellulare, e senza nemmeno guardare i tasti scriveva un messaggio da spedire subito: "ho rideciso: da grande voglio fare la rockstar."]

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