14.2.06

fonte e ispirazione: emmebi.

posto che non sono d'accordo con il tono di "scoperta" dell'articolo, e posto che ho sempre dato per scontato che l'effetto nouvelle vague funziona meglio in pubblicità, dato che lo human truth è il veicolo più efficace per fare breccia nel cuore nella mente nel cervello e nei sensi di chi ascolta.
(d'altra parte, sono anni che a cannes e altrove le pubblicità più sono fintopovere e minimal più sono fighe- anzi, erano anni, dato che negli ultimi due si sta facendo invece strada la commistione di stili visivi)

però per me il nocciolo dell'articolo è un altro.
l'articolo racconta di san francisco, e dello spot bravia, girato come una mega performance cittadina.
ecco.
quando qualche mese fa ho visto lo spot bravia, la prima cosa che ho pensato, ridendo, è stata "beh sarà stato un bona la prima sicuro, certo, come no, co tutte quelle pallette figurati se l'hanno girato davvero", dando per scontato che fosse tutta postproduzione.
perché la pubblicità, quando è soffocata da brief scientifici, markettari e tristi, non può permettersi di essere alla mercè di una pallina rimbalzina, cazzo, e se salta troppo a destra poi ci dicono che siamo di destra, e poi voi nello storyboard l'avevate messa accanto a un tombino tondo, non quadrato.
ecco, questo dare per scontato che il film fosse finto, questo mio personale ritenere inconcepibile l'affidamento della sorte di uno spot ad una pallina rimbalzina sospinta dal vento e dal caso. questo, questo mi ha spaventato.

ci hanno davvero tolto tutto.
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