che le lentiggini ce le ho, e anche i capelli mossi, poi basta.
però in sixteen candles, come in tutti i film collegeadolescenziali americani, lei è la sfigata invisibile della scuola, cui alla fine il fighissimo chiede di uscire.
eh, sia che la scuola era il karlova, nota discoteca a quattro piani della città boema. sia che la bella in rosa ero io, sfigata, senza trucco e con sta maglietta rosa, scema, con scritto CRTL+C (ahahahhaha! "copy" ahhahaha! bella battuta!). totalmente invisibile. e, a scanso di equivoci, anche un po' sudata (tra i misteri dell'universo, annovero le barbie in discoteca con il collo alto e le maniche lunghe. mai capito come fanno. a me tocca sempre andarci praticamente in bikini per non morire asfissiata.). sia che il fighissimo lei lo vede già mentre sta facendo la fila per entrare. uscito da dieci secondi da un set per un video degli strokes. capello liscio lungo di ordinanza con riga laterale, spettinato davanti agli occhi. camicia a righe aperta su una tshirt strapiena di lustrini con scritto TRANS-AM. pantalone stretto, ovvio, e sneaker, quando mai. come ti sbagli. si scorge qualche lineamento. mmm. azz questo qua è carino, e così schifosamente trendy che la bella in rosa si innamora immediatamente di lui.
sia che per una serie di accadimenti fortuiti, la bella in rosa insieme alla sua fida amica & collaboratrice, nei loro movimenti tellurici tra i piani del karlova continuano ad imbattersi nel fighissimo. la versione migliorata di julian casablancas, che nel frattempo ha anche rivelato un paio di occhi blu da fare spavento. tipo che quando lui le passa accanto molly ringwald trema e diventa cretina. ride come una deficiente. anzi, starnazza.
dunque, molly costringe l'amica, da un certo punto in poi, a tenere d'occhio julian. e, dicendosi "ma sai chi se ne frega, non parla neanche la mia lingua, non lo rivedrò mai più", si fa coraggio e senza tenere in conto la bassissima considerazione che ha di se stessa comincia a guardarlo facendo la faccia più decisa che riesce a fare (incredible come con un cocktail da bere e una sigaretta dietro il cui fumo nascondersi venga benissimo fare la faccia seria.). inizia uno stupendo gioco di guardiamoci, lei che non sa mai quando girarsi, e non capisce se lui la guarda o no, più che altro. più che più che altro, è certa che lui non stia guardando lei. non è possibile. dai, julian ha bisogno minimo di una Cheerleader, mica di un Topo di Biblioteca.
ma siccome stiamo parlando di molly ringwald, e nei collegemovie succede sempre, lui d'un tratto le si avvicina e le sbiascica qualcosa all'orecchio. è fatta. i due passano il resto della sera a parlare, tra il casino e l'inglese e i drink. il fighissimo è americano, e millanta di essere un nullatenente che si sostenta giocando a poker, e coi soldi si finanzia i viaggi. è stato da poco a londra e milano, non sa quando torna a san francisco a casa, dipende. lei sospende l'incredulità e decide di non chiedersi nemmeno la plausibilità, peraltro sospetta fortemente che lui faccia il modello. scatta il momento glamorama. i due parlano per un sacco di tempo dei negozi vintage di tutto il mondo. lui smebra piazzatissimo, magari fa il piazzista di vintage. (nel frattempo le dice che gli piacciono gli strokes e i the hives. non l'avrei mai detto, eh.)
a fine serata non è successo niente. molly è sempre molly, le mutande in tasca non ha voglia di infilargliele, e sta per svenire dal sonno.
così va a salutarlo, lui, il fighissimo, le dice che vuole assolutamente rivederla prima che lei se ne vada, le chiede il numero e l'email.
ma si capisce che il college movie non doveva finire così.
minimo, dovevano scappare insieme.
perciò, per divergenze sul copione, la storia si è conclusa qui.
lui ha capito, e la telefonata non l'ha fatta, infatti.
molly si pente soltanto di non averlo fotografato... testimonianza del fatto che più che altro le piaceva da morire guardarlo, e sapere che lui la guardava.
molly capisce che questo non ha funzionato. in realtà lei era completamente disinteressata a tutto quello che non fosse l'aspetto meramente contemplativo di questo stupendo giovane.
c'è da dire che molly ringwald forse è un po' meno contorta, eh. e che la stagista è rimasta stranita di avere scoperto in sé questa accentuata tendenza *vuaieristica*.
ndr. questo post è scritto in terza persona perché stavamo raccontando una storia. non per una precisa scelta di stile.
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