15.1.04

saudade

a volte ti ricordi delle cose.
a volte ti accorgi che delle cose rispecchiano quello che pensi.
a volte ti accorgi che queste cose parlano di una cosa vera:
che spesso le dichiarazioni d'amore incondizionato, totale, devastante, passano attraverso le peggiori parole di odio. (perché diciamocelo, come fai a non odiare con tutto quello che hai a disposizione una cosa che ti monopolizza i sensi e il cervello? una cosa che prima pensi che ti abbia stancato, con le sue contraddizioni e tutto il resto, e poi invece arriva sempre il momento che ti giri a guardarla e vorresti morire per quanto è bella? come fai a non volerla eliminare dalla faccia della terra? come fai a non averne una paura così panica da desiderare la sua non-esistenza?)
mi ricordo le radio locali, la mia macchina.
mi ricordo una città megalomane, assurda, insopportabile.
e mi ricordo questa.

[salvo poi scoprire che il testo e' uscito su deriveapprodi. la casa editrice più irritante al mondo, parimerito con castelvecchi.]

"me ne andavo da quella roma che è meglio di milano."

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