23.1.04

dressed to kill (yourself)

di quando ti ricordi di aver indossato dei vestiti così brutti che vorresti non ricordarlo o una volta ricordato preferiresti ucciderti.
di quando ti ricordi quando il tuo armadio era davvero un armadio di un reparto di anatomia: scheletri e cadaveri.

è iniziato tutto in una pausa pranzo di qualche tempo fa, di fronte a una vetrina.
sa mi dice guarda che carini quei pantaloni.
ma non erano dei pantaloni.
erano dei fusò.
in quel momento, con un pezzo di faccia riflesso sulla vetrina sovrapposto ai fusò sopra le scarpe col tacco, semicoperte da una specie di scaldamuscolo, una certezza mi ha parcheggiato in testa (violentemente, frenando come il tramtre in via torino. mi chiedo perché alla guida del tramtre mettano solo conducenti schizofrenici.).
[musica drammatica e sfx film horror]
"sa, io penso che il prossimo passo sia il fusò con la staffa."
espressione di panico speculare.
urla coperte dalla musica drammatica che si alza di volume.
slowmotion di mani che si portano verso gli occhi.
"sa... ma tu... ce li avevi..."

gli arena?
oddio, sì! quelle cose di poliuretano espanso con le strisce laterali colorate... con quei pantoni tipo stabilo boss... sì... anche tu li portavi un po' più corti, con le staffe fuori quasi al polpaccio?
brrr... che freddo...
[sfx di vento glaciale, fantasmi]

le palladium?
ma sì, quelle scarpe di stoffa e gomma... versione alta e bassa... le mie erano color corda... basse... e ti ricordi... anche tu le portavi sotto ai...

jeans a zampa energy?
AAAAAAAAHHHH! quelli con la "e" sul culo... chiari... ma c'erano anche rossi... no, io non li ho mai comprati... menomale... però avevo una camicia energy nera con le margherite bianche... una cosa orripilante... e delle scarpe energy con gli omini di keith haring... senti, mi presti la sciarpa? e... oddio a proposito di scarpe... mi sovvengono adesso...
[il vento si alza. è evidentemente un gelido vento di morte...]

le scarpe scamosciate levi's
che erano similari alle docksteps... adesivi sui motorini tipo macchine da corsa sponsorizzate... scarpe verdi scamosciate con il cinturino tipo bambolina... sì, anche io le portavo anche sotto gli arena... sì, nemmeno io portavo gli arena solo per fare sport... si, anche per uscire... oddio... ma...

i jeans elasticizzati?
ti rendi conto? si, quelli corti... anche... o tagliati a PANTACICLISTA... sui miei jeans elasticizzati (closed? qualcosa del genere?) c'erano anche un sacco di scritte a pennarello... no, non ce la faccio a ripeterle... mi vergogno troppo... e... oh santiddio...

il bandana!
no, cioè, tu quanti ne avevi? sì, io uno rosso, uno verde, uno grigio... sì, lo so, brutte come il bandana sono solo

le spalline
ma non in quanto tali, ma nelle versioni custom con velcro da attaccare comodamente sotto ai maglioni oppure [brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr] infilate sotto la spallina del reggiseno... senti ma ti posso confessare una cosa? io avevo un

giubbotto jeans el charro
di cui ero orgogliosissima... comprato già sdrucito... slavatissimo... con questa scritta ELCHARRO sotto al colletto... oddio una cosa tamarrissima... no, sa, il bomber non l'ho mai avuto ma lo fregavo a mia sorella....
NO MA TI RENDI CONTO! per favore, non parliamo degli orecchini di stoffa naj oleari... ti prego evitiamo.
[le due ragazze si mettono a correre per non pensare. devono tornare in ufficio a dimenticare quello che hanno appena ricordato.] [parte "come to daddy" a tutto volume.]

io e sa non ci siamo più rivolte la parola fino a sera.
a tutt'oggi, ricordarci di quella pausa pranzo ci provoca traumi e catastrofi psicocosmiche.

ndr: avete appena letto un Post Intimista. che una persona trendy(TM) come me ammetta di avere indossato quanto sopra, seppur una decina d'anni fa, implica una dedizione al Lettore totale e una voglia di mettere a disposizione anche le parti più recondite della propria esistenza. perché, come mi hanno detto ieri, è inutile parruccare la realtà per farsi belli con il lettore. non si scrivono buGGie.

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