4.12.03

rivelazioni confidenziali.

ieri sera mi trovavo ad un gruppo di autoaiuto tipo "astemi anonimi", organizzato in modo strategico in un locale.
tale locale, noto per i suoi aperitivi noti per essere frequentati prevalentemente da gente che lavora nel campo dell'advertising, in genere si distingue sempre per il suo pubblico particolarmente telecinemato, o effettato a fotosciop come dir si voglia. insomma, essere li' dentro sudati, spettinati, con un maglioncino del cacchio grigio, gli anfibi e i ginx con il risvolto pecione, ti da sempre quella sensazione di vita che scorre ancora dentro di te.
ma, amicioni miei, non divaghiamo.
si era in questo locale.
locale+ pubblicitari.
ad un tratto, nel mezzo della discussione sulle cause che portano all'astemia e sulle crisi d'astinenza da crodino, mi accorgo che alle pareti c'e' una specie di mostra fotografica, e con la mia solita proverbiale arguzia noto che in ogni foto c'e' un telefono cellulare (oltre che una didascalia tipo poetica, e quella piu' vicina a me ha "andra'" scritto senza accento, sarebbe divertente correggere la bozza on stage con un pennarello e spacciarla per una performanz)- oh, ah, deve essere una mostra dedicata alle persone con i cellulari.
beh adatto.
beh in brief.
locale+ pubblicitari+ cellulari
a meta' tra pigmagazine e uno spot vodafone, praticamente.
intanto, intenta a bere faticosissimamente il mio alcolico torbido con una ciliegia dentro, continuo a sudare.
eh, lo fanno, lo fanno, ma d'altronde che ci posso fare?
se non avevo i pori ero una barbie, e io non voglio essere una barbie, soprattutto perche' dovrei tingermi i capelli biondo miele e mi scazza.
ok, non divaniamo, insomma.
arriva uno e si siede
"no, guarda, quella sedia e' occupata, siamo in quattro"
"ah e' vero infatti ci sono quattro cellulari sul tavolo"
oddio e' vero, ci sono quattro cellulari.
un nokia 3330, un nokia di quelli nuovi piccolini tipo luce spada laser, un nokia mms quello a citofonone che pesa 34 kg con la fotocamera, e un sonyericsson t610. il mio, naturalmente.
questo, a parte evidenti considerazioni sul fatto che alla nokia hanno fatto abbastanza bene a chiudere le cartiere e mettersi a produrre cellulari, mi ha portato ad osservare il curioso fenomeno: i quattro cellulari giacevano tutti e quattro perfettamente impaginati, ognuno con il lato inferiore verso uno spigolo del tavolo quadrato, in modo da essere disposti perfettamente lungo le diagonali.
finita la prima seduta del gruppo, ci siamo spostati per la seconda parte della serata (intitolata :"fare pace con l'alcol, un percorso che vive attraverso la reiterazione") da un'altra parte, un locale progettato per accogliere dall'aperitivo all'after dinner cena compresa tutti i tipi di account: dallo sfiguz medio al semi-dirigente, passando per la fighetta, l'infighettata e la figadilegno. [glab, sono fine oggi.]
insomma, prepotentemente un frame in questo posto (che per convenzione chiameremo "trattoria toscana") ha catturato la mia attenzione: in piu' di un momento, quattro persone (legate da vincoli di condivisione dello stesso disturbo-l'astemia-oltre che di amicizia) erano allo stesso tavolo ma non era vero. erano tutte e quattro contemporaneamente ognuna in un posto diverso. telefonate, sms, fanno del tempo che passiamo un tempo in cui non stai piu' davvero da nessuna parte, e la prima ero io, impegnata come ero a mettere le virgole al posto giusto su un sms in due parti, mentre ogni tanto alzando lo sguardo si poteva scorgere la luce della torcetta nokia che illuminava la faccia del suo proprietario. ecco due eleganti ragazzi che al bancone del bar battono le mani al ritmo di questa musica elettronica questa musica stereofonica, eppure qua noi siamo ognuno in un quartiere diverso di milano, se non in un'altra citta', direttamente.
nel magico mondo degli emoticon, ad esempio. o della punteggiatura. ma ci metto i treppuntini o il punto esclamativo? ma il punto esclamativo non fa un po' troppo disney? magari ci faccio la figura della pischella...
quelli che anche al concerto dei sepultura non si spostano per telefonare, eppure incredibilmente portano avanti conversazioni lunghissime comprendendosi e comprendendo perfettamente.
quelli che "dove sei", ma sto ancora cercando di capire se serve saperlo.
quelli che ti parlano pero' hanno lo sguardo sul display per vedere se si illumina.
quelli che lo tengono in mano.
e quelli che lo tengono in piedi sul tavolino senno' non prende. come me, ad esempio.
c'è una ragazza non magrissima che balla, al bancone, mentre io sto schiacciando "yes" su "spedisci", e sorrido soddisfatta del mio minuscolo haiku da brava scarabocchiatrice. ogni sms che si riesce a mandare senza sforare, dicendo tutto in spazio di uno e' un piccolo traguardo per i paranoici dell'ubiquita'.
terminato anche li' faticosamente il secondo, eterno beverone, io e i miei compagni del gruppo di autoaiuto ci siamo salutati.
forse qualcuno pensa che dovrei cambiare gruppo di autoaiuto, certo se non mi piacesse sguazzarci.
anche perche' altrimenti non c'e' gusto, ad esempio, non ci si puo' incazzare quando arrivano i semesse tutti in stampatello.
fine.

Nessun commento: